Sabato 11 maggio ore 16.20
Sceneggiatura per un film che c’è da augurarsi si farà, La mano guantata della morte – in libreria per Shatter Edizioni – trova coordinate e tempi negli sbilenchi teoremi del glorioso giallo all’italiana, nonostante racconti una storia saldamente ancorata alla contemporaneità.
Tra flashback, omicidi efferati e un certo gusto per l’effetto a sorpresa, Nico Parente, cultore e studioso di cinema di genere, e Antonio Tentori, chi legge Nocturno sa benissimo di chi parliamo, si sono imbarcati in un’operazione più che interessante a partire dal nodo centrale del metacinema, da intendersi in un’accezione più ampia di quanto venga solitamente usato.
In La mano guantata della morte c’è sì il metacinema inteso come svelamento dei meccanismi alla base del “fare cinema”, ma soprattutto come omaggio, sincero e mai esibizionista, a quell’universo dai segni chiari come rasoiate che, ben ricombinati, producono un racconto inedito con in sé l’atout di un codice noto e oltremodo efficace. È grazie ad un complesso sistema dei rimandi, del resto, che lo spirito del giallo all’italiana s’insinua lungo le pagine della sceneggiatura di Parente e Tentori, manifestandosi in via diretta e indiretta attraverso precisi toni visivi e sonori, fatti percepire nell’istantaneità del loro stesso sorgere a chi sa vedere e ascoltare.
Intervengono Nico Parente, Antonio Tentori e Fabio Giovannini, autore de Il Lord del Brivido, presentato in coda.